Un anno senza David Bowie, il duca bianco poliedrico
by D.Congiu | 10 Jan 2017 | Musica |
Facebook X Neanche il tempo di lasciarci alle spalle un 2016 che sarà tristemente ricordato per l’incredibile morìa di artisti della musica, che si parte con un 2017 di anniversari di morte: già giorno 1 gennaio è ricorso il 14° anniversario della morte di Giorgio Gaber, il 4 gennaio il 2° anniversario di Pino Daniele […]
Neanche il tempo di lasciarci alle spalle un 2016 che sarà tristemente ricordato per l’incredibile morìa di artisti della musica, che si parte con un 2017 di anniversari di morte: già giorno 1 gennaio è ricorso il 14° anniversario della morte di Giorgio Gaber, il 4 gennaio il 2° anniversario di Pino Daniele e oggi, 10 gennaio, il primo anniversario della morte di David Bowie. Già, è trascorso un anno dalla ferale notizia in cui scompare il Duca Bianco!
David Robert Jones, questo il nome all’anagrafe, è stato un artista e cantante londinese che con la musica ha avuto feeling “a prima nota” già da bambino. La sua passione per questa Arte nasce infatti all’età di 5 anni, cioè quando impara a suonare il sassofono. Il trascorrere degli anni è una continua crescita professionale in cui si esibisce con varie band, ma gli anni Settanta sono quelli che lo vedono al successo come solista; indicato come inventore del glam rock (uno stile di musica molto apprezzato da lì in poi, in cui ci si esibisce con un look curato, colorato e vistoso). E davvero Bowie era un maestro anche in questo; la sua personalità era talmente alta da crearsi diversi alter ego: Ziggy Stardust, Halloween Jack, Il Duca Bianco e Nathan Adler, anche se molto probabilmente verrà sempre ricordato “solo” come il Duca Bianco.
Artista poliedrico a 360°, vanta numerose eccellenti collaborazioni e dedizioni a pittura e cinema: indimenticabili infatti film come L’uomo che cadde sulla Terra e Absolute Beginners.
Solo per elencare alcuni numeri: 50 anni di carriera, 25 album pubblicati e 7 colonne sonore. Ecco cosa ci lascia in eredità David Bowie, dopo essersene andato due giorni dopo aver compiuto 69 anni a causa di un cancro incurabile al fegato che se l’è portato via in soli 3 mesi. E dire che l’8 gennaio 2016 (proprio il giorno del suo compleanno) è stato pubblicato il suo ultimo capolavoro, Blackstar, registrato presso gli studi The Magic Shop e Human Worldwide Studios di New York. L’uscita dell’album (prodotto anche in digitale e in vinile) è stata anticipata da due pezzi: il primo nel novembre 2015 si intitola proprio Blackstar, utilizzato anche come musica per The Last Panthers, una serie televisiva inglese diretta da Johan Renck. Il secondo pezzo, che rappresenta la terza traccia dell’album, è invece uscito il 17 dicembre 2015: si intitola Lazarus ed ha lo stesso titolo di un Musical scritto proprio dal Duca Bianco per Broadway. Queste due tracce completano questa nuova opera formata da 7 canzoni in tutto, più il video Blackstar per la versione digitale. Due di esse, ossia ‘Tis a Pity She Was a Whore e Sue (Or in a Season of Crime) non sono inediti, ma erano già stati pubblicate come singoli nel 2014. Ri-registrate per quest’ultima opera, includono nuove parti di sassofono ad opera di Donny McCaslin al posto di quelle suonate da Bowie nella versione originale; l’arrangiamento si presenta più moderno, con un po’ meno jazz, che lascia spazio a un sound più elettronico.
Leggendo e ascoltando i testi delle canzoni (ma anche i rispettivi videoclip ufficiali), si può dire tranquillamente che rappresentano il testamento musicale che Bowie ha voluto regalare ai suoi fan. Per esempio in Blackstar «Qualcosa è successo il giorno della sua morte, lo spirito si alzò un metro da terra e si fece da parte», in Lazarus «sono in Paradiso, ho delle cicatrici che non possono essere viste» e nel brano finale dell’album, I Can’t Give Everything Away «Vedere di più e provare di meno. Dire di no, volendo dire sì. Per me è sempre stato così. È questo l’unico messaggio che mando».
Bhe, in effetti i messaggi sembrano inequivocabili; un cancro al fegato lo ha colpito e da quel momento ha voluto che la musica facesse il suo compito: trasmettere emozioni e insegnare a vivere appieno la vita.
Grazie Duca Bianco, RIP.
Tecnico di Redazione ed Editing, amo la lingua italiana nelle sue più impervie sfaccettature. Scrivere è una passione mai banale a cui ho voluto abbinare dei corsi di grafica per riuscire (tra le altre cose) a rendere sempre armonioso il connubio tra immagini e testi, accompagnando l'utente nella lettura piacevole, senza fronzoli né noie.