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I Luftig: la nostra musica popolare come espressione di vita

by | 6 Mar 2017 | Musica | 0 comments

Facebook X Anno 2014, Catania, 3 amici appassionati di musica si uniscono e danno vita a un gruppo musicale che scrivono canzoni dal genere popolare che si configurano sempre come un mix ottimamente riuscito di lingua italiana, dialetto siciliano e parole straniere. Andiamo a scoprire insieme di chi stiamo parlando: partiamo da Simona Di Gregorio […]

Anno 2014, Catania, 3 amici appassionati di musica si uniscono e danno vita a un gruppo musicale che scrivono canzoni dal genere popolare che si configurano sempre come un mix ottimamente riuscito di lingua italiana, dialetto siciliano e parole straniere.
Andiamo a scoprire insieme di chi stiamo parlando: partiamo da Simona Di Gregorio (voce, organetto, chitarra, kalimba e percussioni), proseguiamo con Giovanni Arena (contrabbasso) e terminiamo con Riccardo Gerbino (tabla – un tipo di tamburo indiano diffuso in India e in Pakistan).

Questo trio ha scelto il nome di Luftig, parola tedesca che significa “arioso”; la scelta è stata dettata dal fatto che il loro progetto basato sulla musica popolare e sulla world music non è ancorato ad alcuna tradizione, pertanto esprime una forte volontà di “salire”. Un concetto davvero armonioso, mi permetto 🙂

Lo scorso 13 febbraio è uscito il loro primo album con etichetta discografica 49 Records: il titolo è Erdring che, sempre il lingua tedesca, significa “anello che circonda la terra”, rievocando uno spazio immaginario dove meccanismi e mondi sonori differenti creati da voci e strumenti musicali così particolari e diversi tra loro possono incontrarsi armoniosamente dando vita  a una melodia ben composta.

L’album è composto da una tracklist di 10 pezzi:

  1. “Voar”
  2. “La Musica”
  3. “Furtuna”
  4. “L’Eveniente”
  5. “Libellula”
  6. “Salt Drops”
  7. “La Tarara”
  8. “‘U Giardinu”
  9. “Papel de Plata”
  10. “Mein mutiger Mann”

Come ogni album che si rispetti, la sua uscita è stata anticipata da un singolo, che in questo caso è stata la numero 1: Voar, appunto. Il loro 2017 sta anche vedendo la realizzazione di un tour che toccherà tutta la Sicilia. Il 19 febbraio si sono esibiti a Messina, con un gran riscontro di pubblico e quindi di emozioni. Ecco qui elencate le altre date con le location e gli orari:

  1. 9 aprileh 21:30 Catania, teatro Sangiorgi, mini set live in “Catania risuona”
  2. 4 maggio h 10 Aci castello (CT), Castello di Aci
  3. 18 maggioh 21 Palermo, Cantieri Culturali alla Zisa​
  4. 18 giugnoh 18:30 S.venera di mascali (CT), Bagol’area

Io ho avuto il piacere di intervistare questi simpaticissimi ragazzi per conoscerli e farli conoscere meglio a te, caro lettore. Rispondendo in alternanza, abbiamo trattato diversi argomenti, partendo da quando si sono conosciuti fino ad arrivare appunto al loro ultimo lavoro discografico.

1) Da quanto tempo vi conoscete? Com’è nata l’idea di unirvi in gruppo?

Giovanni: «Vivendo noi tre a Catania e facendo questo mestiere da molti anni, prima o poi ci si conosce tutti, e può capitare che si condividano esperienze di lavoro più o meno significative. Con Riccardo ad esempio c’è un sodalizio che risale alla seconda metà degli anni ’80, e di esperienze ne abbiamo condivise così tante che l’elenco sarebbe davvero lungo (Carlo Muratori, Cecilia Pitino, Moncef Gachem, Pocket Poetry Orchestra, Eyal Maoz, e soprattutto Dounia, solo per citarne alcune), pertanto ci conosciamo e suoniamo insieme da parecchio tempo. Con Simona invece da un po’ meno, ma sempre nell’ordine di oltre due lustri; con lei avevo già collaborato in diverse occasioni e credo che le più significative siano state in  Acqua fuori dal ring, il film di Joel Stangle  di cui aveva scritto le musiche coinvolgendomi  in fase di registrazione – peraltro una collaborazione poi ricambiata da Joel con quel bellissimo omaggio che è il video di Voar – e successivamente per lo spettacolo di teatro musicale Le vecchie e il Mare,  in cui Simona era tra le voci interpreti e io ero in veste di compositore, e poi qualche anno dopo in un cd di Rita Botto, dove Simona canta una ninna nanna popolare siciliana per voce e contrabbasso astruso.

Così, da tutti questi intrecci, circa tre anni fa, insieme a Riccardo è scaturita l’idea di creare un nuovo progetto che potesse essere sia un corollario delle esperienze precedenti, sia punto un di partenza per quelle più recenti e fino ad allora attuate soltanto in parte. Abbiamo quindi pensato di coinvolgere Simona in questa nuova avventura, immaginando che lei potesse districarsi  e spaziare in quel  vagabondare musicale a noi tanto caro: e così è stato!».

2) Il vostro tour 2017 è iniziato lo scorso 19 febbraio a Messina e proseguirà con altre tappe in tutta la Sicilia. Raccontateci le vostre emozioni!

Simona: «Portare Erdring con noi e poterlo suonare e raccontare  segna un importante passo verso un confronto con l’altro e con altro. Certo, molto emozionante perché chi lo ascolta ci rinvia le emozioni  suscitate dall’ascolto, ci racconta di suggestioni, di viaggi onirici, di scatti fotografici…  Stiamo promuovendo il disco anche in altri luoghi fuori dalla Sicilia, nel continente Europa, per intenderci: Erdring è un disco che si apre a differenti linguaggi, non solo intese come lingue straniere, ma anche come modi di esprimersi a diversi livelli, musicali ovviamente, e la nostra curiosità ci spinge a voler osservare la reazione di un pubblico più vasto».

3) Voar è il singolo che ha anticipato l’uscita del vostro album. Cosa è raccontato in questa canzone?

Simona: «Voar rinvia a un chiaro messaggio di libertà alle donne piegate dal potere altrui …. l’inizio della canzone offre un’immagine (allo stesso tempo forte ed elegante) di un’aquila che per natura sceglie i luoghi più ostici e solitari e diventa metafora di una potenza che noi donne inconsciamente possediamo, una forza creativa e mistica. Il cuccurucuccù di Tomás Méndez fa, invece,  riferimento alla tentazione rappresentata dall’uomo che lamenta la perdita dell’amata…. tra le note travagliate della vita, lei infine riconosce la sua “unicità” e senza accorgersene dà  avvio alla strategia di fuga, talvolta necessaria».

4) Che voto date a Erdring?

Giovanni: «Saremmo tentati di rispondere alla domanda, ma poi sappiamo che non riusciremmo a riconoscerci in un voto (che peraltro sarebbe anche di parte), perché pensiamo che sia impossibile racchiudere una serie di esperienze in un “numero”, così come, in generale, lo sarebbe altrettanto il voler tracciare in poche parole il senso di un lavoro di natura musicale. Diciamo che la cosa ci provoca un po’ di imbarazzo, e che tutto sommato questa sia una domanda un po’ indiscreta, perciò è una cosa che preferiamo lasciar fare agli altri».

5) Che riscontro avete trovato nel pubblico in merito al genere musicale che proponete? 

Riccardo: «Ottimo, direi! Sin dal primo festival a cui abbiamo partecipato, il “Paleariza world music Fest” nel 2015, negli altri festival poi, e adesso nella promozione di Erdring, abbiamo riscontrato una risposta molto positiva. Non facciamo un genere musicale facilmente collocabile, ma il pubblico è sempre rimasto favorevolmente colpito! Da una parte c’è molta curiosità verso i timbri dei nostri strumenti, soprattutto quelli più inusuali come la kalimba o il tablā, ma più in generale verso l’insieme dei timbri degli strumenti e della voce. Inoltre in molti hanno apprezzato l’uso di diverse lingue nei nostri brani. Durante i concerti c’è molta attenzione, e una bella e sentita risposta finale!».

6) Prima di creare Luftig, avete avuto collaborazioni musicali di rilevante importanza. Quanto hanno influito sulla vostra crescita professionale?

Riccardo: «Tanto credo! In genere, di ogni esperienza vissuta qualcosa ti rimane cucita addosso: non è diverso nella musica! Alcune collaborazioni, seppur prestigiose, sono passate via senza lasciare grande traccia, altre invece ti formano, e te le porti dietro per sempre. Personalmente credo di aver imparato tantissimo da ogni collaborazione avuta, tuttavia non posso non sottolinearne due: la prima, con Carlo Muratori, attraverso la quale ho iniziato a modificare radicalmente il mio modo di intendere e di suonare le percussioni; la seconda con i Dounia, con i quali abbiamo dato vita ad un progetto musicale per la prima volta nostro, originale, con una formazione inedita per quel tempo».

Se, caro lettore, vuoi approfondire la conoscenza di questo gruppo eccezionale, ecco alcuni link utili:

Promo e videointervista

Video singolo “Voar”
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Spotify
Deezer

<a href="https://sopralerighe.it/author/d-congiu/" target="_self">Daniele Congiu</a>

Daniele Congiu

Tecnico di Redazione ed Editing, amo la lingua italiana nelle sue più impervie sfaccettature. Scrivere è una passione mai banale a cui ho voluto abbinare dei corsi di grafica per riuscire (tra le altre cose) a rendere sempre armonioso il connubio tra immagini e testi, accompagnando l'utente nella lettura piacevole, senza fronzoli né noie.

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