Facebook X A volte basta un piccolo spunto – come quello offerto dal romanzo “I demoni di Pausilypon” – per accendere la curiosità e riscoprire luoghi che sembrano appartenere a un’altra epoca. Il libro è stato scritto da Pino Imperatore, protagonista del mio precedente articolo, e questo vuole esserne un ideale approfondimento, perché è proprio […]
A volte basta un piccolo spunto – come quello offerto dal romanzo “I demoni di Pausilypon” – per accendere la curiosità e riscoprire luoghi che sembrano appartenere a un’altra epoca. Il libro è stato scritto da Pino Imperatore, protagonista del mio precedente articolo, e questo vuole esserne un ideale approfondimento, perché è proprio grazie alla sua storia – e al progetto “Scrittori in Tour” – che ho scoperto un angolo di Napoli che non conoscevo affatto.
Lo confesso con sincerità: ho percorso quella strada tantissime volte, passando davanti all’ingresso della Grotta di Seiano senza mai immaginare cosa si nascondesse appena oltre quella cancellata affacciata sul traffico di via Coroglio. Non avrei mai pensato che proprio lì cominciasse uno dei percorsi più affascinanti e sorprendenti dell’intera città. E invece, oltre quell’accesso apparentemente ordinario, si apre un mondo.
Un mondo che comincia con una meraviglia: un belvedere spettacolare che regala una vista mozzafiato su Nisida. L’isola, con la sua forma tondeggiante e il suo silenzioso isolamento, sembra fluttuare tra cielo e mare. Da qui, lo sguardo si perde nel blu del Golfo, abbraccia l’orizzonte, si posa sulle isole di Procida e Ischia e invita alla quiete, alla riflessione, all’attesa di qualcosa di straordinario.
La Grotta di Seiano, scavata nel tufo nel I secolo d.C., è un capolavoro dell’ingegneria romana. Lunga circa 770 metri, fu realizzata per collegare l’area di Bagnoli alla fastosa villa del ricco cavaliere romano Publio Vedio Pollione. Oggi, attraversarla è un’esperienza sospesa tra passato e presente: le pareti rocciose raccontano secoli di storia, e il cammino si fa lento, raccolto, quasi sacro. La penombra avvolge i visitatori in un silenzio profondo, interrotto solo dai passi e da qualche riflesso di luce che filtra da aperture strategiche, creando suggestivi giochi d’ombra.
All’uscita, si apre la meraviglia: il Parco Archeologico del Pausilypon. Il nome stesso – dal greco, “luogo che fa cessare il dolore” – anticipa la bellezza pacificante di questo sito. Qui, tra la vegetazione mediterranea e le rovine romane, si respira un’armonia perfetta tra uomo e natura, tra storia e paesaggio.
Il teatro romano è il cuore del parco: si affaccia direttamente sul mare, ed è facile immaginare gli spettatori dell’epoca seduti sulle gradinate, con lo sguardo rivolto verso l’azzurro infinito. Intorno, si snodano i resti della villa imperiale, le cisterne, le terrazze e i porticati, in un equilibrio architettonico che ancora oggi sorprende per la sua eleganza e funzionalità.
Camminare lungo i sentieri del Pausilypon è un invito alla contemplazione. Tra pini, mirti e cespugli di lentisco, ogni angolo offre una vista diversa, ogni scorcio racconta una storia. Il mare è sempre presente, in lontananza, come un sottofondo costante che accompagna i pensieri e li rende più leggeri.
Eppure, non si tratta solo di un tuffo nel passato. È anche un’esperienza profondamente sensoriale e spirituale. La luce, i profumi, i suoni della natura: tutto concorre a creare un’atmosfera rarefatta, intima, che difficilmente si dimentica. Qui non ci sono folle, non c’è rumore: solo la bellezza, il silenzio e la sensazione di essere parte di qualcosa di molto più grande.
Il percorso dalla Grotta di Seiano a Pausilypon è un vero tesoro nascosto di Napoli. Un angolo che parla della Roma imperiale, di paesaggi incontaminati, di misteri antichi e di armonia. È il luogo ideale per chi cerca una Napoli diversa, più profonda, più silenziosa. Un luogo che non si attraversa: si vive, si ascolta, si porta nel cuore.
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