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Buon compleanno Mr. Morrison (parte1)

by | 9 Dec 2016 | Musica | 0 comments

Facebook X Chi è stato Jim Morrison oltre l’icona del cantante maledetto? Proviamo a scoprirlo nella prima di due puntate dedicate interamente al leader dei The Doors. Jim Morrison, facciamo a pezzi l’icona! Chi è stato Jim Morrison? Me lo sono domandato con sincera curiosità proprio ieri, giorno in cui avrebbe compiuto il suo 73° […]

Chi è stato Jim Morrison oltre l’icona del cantante maledetto? Proviamo a scoprirlo nella prima di due puntate dedicate interamente al leader dei The Doors.

Jim Morrison, facciamo a pezzi l’icona!

Chi è stato Jim Morrison? Me lo sono domandato con sincera curiosità proprio ieri, giorno in cui avrebbe compiuto il suo 73° compleanno. Morrison, il frontman dei The Doors, uno degli idoli generazionali che ha incendiato la propria vita consegnandosi in fretta alla morte, alla leggenda e all’icona.

Non so come la pensate voi, ma a me le icone fanno sempre un po’ tristezza. Se guardiamo in giro sono ovunque anche, e soprattutto, fuori contesto: il quadretto di Bob Marley che fuma erba (come fosse il testimonial ufficiale della marijuana), un primo piano del tenebroso James Dean, l’immancabile Marilyn che ammicca sensuale e tante altre ancora… La sostanza è sempre la stessa: le icone semplificano, si riproducono all’infinito e, soprattutto, perdono di significato fino a diventare, non a caso, complemento d’arredo per pub e lounge bar.

Chi è stato Jim Morrison?

La domanda iniziale ritorna: chi è stato Jim Morrison? O, meglio, chi si nasconde dietro l’icona di quel ragazzo dal volto conturbante che, a petto nudo, catenina al collo e braccia spalancate, ci guarda dritto negli occhi con aria di sfida?

Questa domanda, chiaramente, non prevede una risposta definitiva. Jim Morrison è stato tutto e il contrario di tutto: cantante per lo show business e poeta, angelo e satiro, profeta e buffone, sex symbol per teenagers, regista, performer e chissà quante altre cose ancora… Quello che ci interessa qui è scartare l’icona e cercare di intuire l’artista e, se possibile, l’uomo che si celava dietro camicia e pantaloni di pelle. Per farlo, però, c’è bisogno prima di un piccolo tuffo nel passato…

Le origini del mito Jim Morrison

Jim Morrison nacque l’8 dicembre del 1943 in Florida. Era figlio di un ammiraglio della Marina degli Stati Uniti. Il padre gli impartì un’educazione molto rigida e la sua professione costringeva la famiglia a continui spostamenti da un capo all’altro dell’America: ogni volta una diversa città, una nuova scuola e, per Jim, poche possibilità di integrarsi.

Quello che colpisce del Morrison adolescente sono la straordinaria sensibilità e intelligenza. Ad appena 15 anni, aveva già letto centinaia di libri e il suo quoziente intellettivo era nettamente superiore rispetto alla media dei coetanei del liceo George Washington di Alexandria (Virginia). A 17 anni, trasferitosi in Florida, frequenta il College e, nel frattempo, diventa un assiduo frequentatore dei caffè dove si ritrovano gli artisti beat come il Contemporary Arts Coffehouse and Gallery. Comincia a sviluppare uno stile di vita bohémien e a vestire in modo trasandato.

Jim Morrison, mancato regista

Jim Morrison, tuttavia, non nasce come cantante. Se avete visto il bel film di Oliver Stone, ricorderete che Morrison intraprese gli studi di cinematografia presso l’UCLA, l’Università della California di Los Angeles, andando in rotta di collisione con il padre che, per lui, sognava la carriera militare: quello fu l’ultimo confronto poiché, da allora, Jim si allontanò definitivamente dalla sua famiglia.

Fu proprio all’UCLA che incontrò Ray Manzarek, il talentuoso tastierista al quale mostrò i suoi scritti sparsi tra mille foglietti e taccuini. Manzarek ne fu profondamente colpito e così decisero di fondare assieme i The Doors. Com’è noto, la band prende il nome dal verso di una poesia di William Blake (ripreso in un saggio da Huxley): «se le porte della percezione fossero purificate, ogni cosa apparirebbe all’uomo così com’è: infinita». In queste parole si condensa l’atmosfera rivoluzionaria degli anni 60’ fatta di sogni, utopie, viaggi interiori spesso sotto effetto di droghe e aperture verso una spiritualità più autentica.

Una delle prime canzoni che probabilmente Morrison presentò all’amico fu scritta a Venice Beach nel 1965 ed era intitolata Moonlight Drive. Ma, destino bizzarro, non sarà una canzone di Morrison a far esplodere la band: Light My Fire, infatti, nacque da uno spunto musicale del chitarrista Robby Krieger.

Il seguito della storia di Jim Morrison e dei The Doors lo troverete nella seconda puntata di Buon Compleanno Mr. Morrison. Parleremo del successo internazionale della band, degli eccessi di Jim e della sua morte ancora avvolta dal mistero. Perciò, mi raccomando, continuate a seguire sopralerighe.it!

 

 

<a href="https://sopralerighe.it/author/p-brancaccio/" target="_self">Pietro Brancaccio</a>

Pietro Brancaccio

Laureato al DAMS (Discipline d’Arte, Musica e Spettacolo), scrive di arte e cultura perché – parafrasando Dostoevskij – è profondamente convinto che la bellezza salverà il mondo. È appassionato di viaggi, culture straniere e dei nuovi stili di vita che uniscono tecnologia avanzata e sapere arcaico della Natura.

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