Napoli l’appuntamento è nella centralissima Piazza Garibaldi madre di tutti i cortei partenopei, folle di giovanissimi si accalcano con striscioni, maglie e volti colorati, bambini delle scuole elementari e ragazzini delle medie accompagnati da adulti, ragazzi degli istituti superiori e giovani universitari, tutti riuniti sotto un tiepido sole di Marzo per gridare al mondo che proprio non ci stanno alla distruzione del nostro pianeta.
Napoli, l’appuntamento è nella centralissima Piazza Garibaldi madre di tutti i cortei partenopei, folle di giovanissimi si accalcano con striscioni, maglie e volti colorati, bambini delle scuole elementari e ragazzini delle medie accompagnati da adulti, ragazzi degli istituti superiori e giovani universitari, tutti riuniti sotto un tiepido sole di Marzo per gridare al mondo che proprio non ci stanno alla distruzione del nostro pianeta.
Napoli insieme ad altre città italiane e oltre 90 nazioni è scesa in piazza con i suoi più giovani abitanti per sostenere la sedicenne Greta Thunberg, ideatrice di una delle più grandi mobilitazioni dei nostri tempi, paragonabile da alcuni esperti, al fatidico ‘68.
Immagini della manifestazione a Napoli
La ragazzina svedese sicuramente non credeva che le sue ideologie avrebbero suscitato tanto interesse e avessero acceso gli animi di tutti i giovani del mondo, lei la piccola guerriera che nonostante le difficoltà come la depressione che l’ha colpita all’età di undici anni proprio per le sue ideologie portandola quasi all’anoressia e la sindrome di Asperger che le causa un mutismo selettivo è riuscita a scuotere tutti, ma proprio tutti.
Fino a sei mesi fa sedeva sola ogni venerdì fuori il parlamento svedese e adesso sono milioni i giovani che l’accompagnano in questa corsa contro il tempo, quattromila su per giù quelli scesi in strada a Napoli.
I ragazzi partenopei hanno il cuore puro e la voglia di farsi sentire anche se non hanno ben chiaro come poter vincere questa battaglia, non ci sono progetti nell’immediato futuro, oltre la manifestazione nazionale in programma il 23 Marzo a Roma e non hanno ben focalizzato
i punti da cui partire per contribuire al cambiamento.
Tra le tante parole usate in questa mattinata spicca la paurosa “terra dei fuochi”, i ragazzi si sentono presi in causa forse più degli altri sull’argomento pianeta, sanno bene il disastro ambientale che la camorra negli anni addietro e tutt’oggi ha sferrato e continua a sferrare contro la nostra terra, i veleni che respiriamo e mangiamo. Chiedono l’aiuto dello Stato per iniziare dalla nostra città, per risolvere prima l’immenso inquinamento che ci portiamo sulle spalle.
“Abbiamo un sogno nel cuore, sogniamo un mondo migliore” questo il coro cantato lungo il Corso Umberto, direzione Piazza del Plebiscito, il coro partenopeo cantato allo stadio per sostenere una squadra calcistica diventa slogan per il pianeta.
Mani, dipinte su volti, cartelloni e magliette “le stesse mani che hanno distrutto” dicono, “possono tutte insieme fare la differenza, abbiamo il mondo nelle nostre mani”.
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