
Luca Toni saluta tutti: “contro la Juve la mia ultima partita”
Nel calcio, si sa, nulla è per sempre. E mercoledì ce lo ha ricordato anche Luca Toni, annunciando il suo addio al calcio giocato. “Basta, smetto, ormai ho dato tutto”.
È davvero un peccato che vada via così. Uno come lui, un campione, un “numero uno” (come recita una canzone che i tifosi tedeschi gli hanno dedicato), avrebbe meritato di uscire di scena dopo una stagione colma di soddisfazioni. E invece lo ha fatto quasi in sordina, a due giornate dal termine di un campionato molto amaro che ha decretato la retrocessione in serie B della squadra della sua seconda giovinezza, il Verona.
Forse, col senno di poi, avrebbe dovuto chiudere dopo la conquista del titolo di capocannoniere dell’anno scorso (record: nessuno ci era mai riuscito alla sua età). Ma lui si sentiva ancora bene, e voleva continuare a stupire. D’altro canto, Luca lo ha fatto sempre. Sin dai tempi della Lodigiani, del Treviso, del Vicenza, del Brescia, e soprattutto del Palermo e della Fiorentina. Arrivato tardi nel calcio che conta (Bayern Monaco, con cui ha vinto Bundesliga e titolo di capocannoniere), si è conquistato a suon di gol ogni successo della sua carriera. L’apice, senza dubbio, la stagione 2005-2006: 31 gol in campionato con la Fiorentina e protagonista, da titolare, nell’avventura azzurra in Germania culminata con la vittoria del mondiale. Con il suo ritiro l’Italia perde un grandissimo numero 9, a quota 156 gol in Serie A. Avrebbe meritato un altro epilogo, senza dubbio. Ci mancherà quella sua mano che si avvita intorno all’orecchio dopo ogni gol, quel suo saper sempre dove piazzarsi in aria di rigore, quel colpo di testa implacabile.
Grazie di tutto Luca, bomber di razza.