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La notte in cui gli animali parlano: storie dal magico Sud

by | 7 Feb 2017 | Cultura | 0 comments

Facebook X “La notte in cui gli animali parlano” è un romanzo che racconta di chi si porta il Sud dentro. Ne parliamo con l’autore, Sante Roperto… Partiamo dal titolo del romanzo. Perché “La notte in cui gli animali parlano”? Da tempo desideravo scrivere di una società, quella contadina, che ci ha preceduto e di cui […]

La notte in cui gli animali parlano” è un romanzo che racconta di chi si porta il Sud dentro. Ne parliamo con l’autore, Sante Roperto…

Partiamo dal titolo del romanzo. Perché “La notte in cui gli animali parlano”?

Da tempo desideravo scrivere di una società, quella contadina, che ci ha preceduto e di cui tutti noi siamo figli o nipoti. Siamo cresciuti secondo quei valori e quelle tradizioni a cui il titolo richiama. “La notte in cui gli animali parlano” è, secondo la tradizione popolare di alcune regioni del Sud, una particolare notte dell’anno, quella dell’Epifania, in cui gli animali sono dotati del dono della parola. E in quella notte magica preannunciano il futuro. 

Matteo e suo nonno Alessandro sono due protagonisti del romanzo. Qual è lo scarto generazionale tra i due e quale il filo rosso che li lega?

Lo scarto è ampio, perché Alessandro è figlio di una generazione che a vent’anni era sul fronte africano o russo a combattere l’ultima guerra corpo a corpo della storia. Oggi la guerra è tecnologica. Matteo invece vive ai giorni d’oggi ed è figlio di una generazione più moderna e più fortunata. A legarli è il filo conduttore del libro: l’amore. Verso una donna, come verso il paese natale o verso la famiglia.

Nel romanzo aleggia la percezione di un tempo perduto, di occasioni sfumate…  Cos’è per lei il rimpianto?

Il rimpianto deve essere qualcosa a cui ripensare con nostalgia, ma con una consapevolezza che deve essere costruttiva. Per intenderci, non deve servire a vivere con la testa e lo sguardo rivolti dietro, solo al passato e a quello che è stato o poteva essere. Nel romanzo i protagonisti si trovano di fronte a questa analisi e si rendono conto di avere ancora tempo per fare alcune considerazioni o scelte. Per cui, secondo me, quello col passato deve essere un rapporto positivo, vissuto come un sentimento di slancio verso il futuro.   

Quanto il Sud, la Calabria in questo caso, influisce sulle vite dei protagonisti?

Molto. Il romanzo inizia con un viaggio e l’ambiente del paese è una grande metafora del ritorno alle origini. Cesare Pavese diceva che “Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.

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Per il suo romanzo d’esordio ha scelto di privilegiare il formato dell’e-book ed un canale di distribuzione importante come Amazon. Cosa è cambiato con la digitalizzazione dell’editoria? E quali fini può raggiungere la letteratura al di là del puro entertainment verso cui sembra attualmente orientata?

Amazon è, nell’editoria e non solo, la piattaforma più importante al mondo. Nel 2016 oltre il 40% di libri dell’editoria tradizionale è stato venduto su Amazon. Il mio libro è presente come ebook, ma anche con il POD (print-on-demand), ovvero la versione cartacea sempre disponibile che elimina, anche per le grandi case editrici, il problema dei resi e della pronta disponibilità. Credo che la letteratura possa raggiungere molti fini: rimane puro intrattenimento, ma essendo il libro la tecnologia più resistente della storia conserva un significato sociale e culturale molto forte.

Ci salutiamo con un’ultima domanda. Cosa consiglierebbe ad un giovane che vuole intraprendere la carriera letteraria?

Di leggere e apprendere soprattutto dai classici e di esercitarsi a scrivere più tempo possibile. Se poi si pensa che il proprio racconto o romanzo sia da pubblicare, consiglio un’esperienza come la mia con una casa editrice digitale (come la goWare) che abbia competenza, professionalità e strumenti per seguirti. 

 

 

<a href="https://sopralerighe.it/author/p-brancaccio/" target="_self">Pietro Brancaccio</a>

Pietro Brancaccio

Laureato al DAMS (Discipline d’Arte, Musica e Spettacolo), scrive di arte e cultura perché – parafrasando Dostoevskij – è profondamente convinto che la bellezza salverà il mondo. È appassionato di viaggi, culture straniere e dei nuovi stili di vita che uniscono tecnologia avanzata e sapere arcaico della Natura.

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