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Garrone racconta il cinema alla Reggia di Caserta

Il regista di Gomorra e Piera De Tassis, direttrice di Ciak, hanno inaugurato il ciclo di incontri “Maestri alla Reggia”: una collaborazione tra Sun Crea Cultura (Seconda Università di Napoli), la direzione della Reggia, il mensile Ciak e la produzione Cineventi. Venerdì 25 Marzo, nella cornice della Cappella Palatina vanvitelliana, Matteo Garrone, intervistato da Piera […]
Garrone racconta il cinema alla Reggia di Caserta

Venerdì 25 Marzo, nella cornice della Cappella Palatina vanvitelliana, Matteo Garrone, intervistato da Piera De Tassis, ha dischiuso le porte del suo mondo artistico e personale, quell’intimità da cui sgorgano i suoi imprevedibili racconti.

Il cinema secondo Garrone

“Amo mettermi nei guai” ha dichiarato. “In ogni progetto voglio esplorare un nuovo territorio.(…)Il lavoro che mi interessa, essendo in primis un pittore, è sulle immagini; mi interessa principalmente l’aspetto visivo.”

La sua metodologia di lavoro è ben precisa: “Con Gomorra, Reality e L’imbalsamatore sono partito dal reale per arrivare ad una meta-realtà, al favolistico. Il racconto dei racconti, invece, segue un percorso inverso: sono partito dal favolistico per inserire elementi di realtà.”

Andrej Rublëv: un film per i momenti difficili

Garrone ha parlato anche dei film che lo hanno influenzato, commentando alcune sequenze. Molto interessante è stata quella tratta da Andrej Rublëv di Tarkovskij, in cui vediamo un giovane che piange tra le braccia del pittore Rublëv. Egli è disperato poiché non ha ricevuto dal padre defunto il segreto del processo di fusione di una campana. Tuttavia è riuscito a costruirne una, grazie alla propria determinazione.
Per Garrone, dunque, “l’arte è come costruire quella campana, è sempre qualcosa di alchemico, c’è sempre una componente di imprevisto”. E poi si sbottona dichiarando: “questo film, non so perché, mi ha aiutato a superare momenti difficili, in cui perdevo il senso profondo del fare arte”.

Matteo Garrone e il Sud

Nel corso della serata è emerso anche il forte legame tra il regista, di origini romane, e la Campania. Il suo cinema si nutre di volti, paesaggi, dialetti, storie (ad esempio, le novelle del ‘600 partenopeo di Giambattista Basile per Il racconto dei racconti) e trasforma il panorama socio-antropologico del Sud in qualcos’altro:“ Mia nonna era napoletana. Lavorare qui significa avere tanti stimoli, ma creare è mettere ordine al caos.”
A tal proposito, il Rettore della Sun, Giuseppe Paolisso, ha dichiarato di voler “creare una start-up culturale in ambito cinematografico, con un corso di laurea e dei master per far avvicinare gli studenti all’arte del cinema.”

Anche Piera De Tassis si è espressa sul rapporto tra cinema e territorio casertano: “Ciak è felice di partecipare a un evento unico, portando il cinema e i suoi protagonisti in un luogo d’eccellenza che sta dimostrando capacità di rigenerarsi e vincere la sfida del degrado.”

I prossimi incontri: da Muccino a Tornatore

Il 7 aprile sarà la volta di Gabriele Muccino, di ritorno dagli States, seguito da Gianfranco Rosi (20 Aprile), vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino con Fuocammare, Paolo Genovese (28 Aprile), autore dell’intelligente commedia Perfetti sconosciuti, per finire con Giuseppe Tornatore (10 Maggio), che di certo non ha bisogno di presentazioni.

E se non potrete partecipare, poco male. La nostra redazione sarà a Caserta per potervene parlare, nella prossima puntata.

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Sull'autore

Pietro Brancaccio

Laureato al DAMS (Discipline d’Arte, Musica e Spettacolo), scrive di arte e cultura perché – parafrasando Dostoevskij – è profondamente convinto che la bellezza salverà il mondo. È appassionato di viaggi, culture straniere e dei nuovi stili di vita che uniscono tecnologia avanzata e sapere arcaico della Natura.

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