Secondo appuntamento con il grande cinema a Caserta. Maestri alla Reggia 2 ha ospitato la fuoriclasse Margherita Buy, intervistata da Piera De Tassis .

Margherita Buy ospite di Maestri alla Reggia 2

Sono le 18 e 30 di venerdì 10 marzo. Margherita Buy fa il suo ingresso nella Cappella Palatina della Reggia di Caserta. Luccicano i flash dei fotografi e degli ammiratori. L’attrice non si risparmia in sorrisi. Ma, avvolta da un grande cappotto blu, sembra quasi volersi proteggere da tanto clamore mediatico.

Pur essendo una delle migliori attrici italiane, arrossisce quando Piera De Tassis, direttrice di Ciak, la presenta al pubblico, dando il via ad una lunga intervista.

È giusto che Maestri alla Reggia 2 abbia aperto le proprie porte alle “Maestre” del cinema. A quelle donne, senza le quali, il cinema italiano sarebbe poca cosa.

Maledetto il giorno che t’ho incontrato

Com’è tradizione, anche per Maestri alla Reggia 2, l’ospite d’onore ha selezionato alcune sequenze cinematografiche di cui discutere.

Margherita Buy comincia da Maledetto il giorno che t’ho incontrato, il film che ne decretò il successo nazionale. Si tratta della sequenza in cui Billa/Buy e Bernardo/Verdone tentano un rapporto sessuale per “fini terapeutici”. Una scena che non finisce mai di far ridere, anche se chi ama il cinema l’ha vista migliaia di volte (la stessa Buy, nel rivederla, ride di gusto!).

L’occasione dà il via al racconto del suo percorso di attrice: «Questo amore è nato mentre facevo il liceo (…). Poi c’è stata l’Accademia Silvio D’Amico, un’ottima scuola di recitazione, che consiglio a chi vuole intraprendere questa strada. Recitare è una cosa da pazzi e recitare bene significa non far pensare che lì, sullo schermo, ci sia un attore (…). Bisogna fare cose belle, perché credo nelle storie che parlano di noi. Non voglio fare cose brutte. Sono molto esigente».

I film del cuore di Margherita Buy

Tra i vari film scelti dall’attrice, un posto di rilievo spetta a Mia madre di Nanni Moretti: «C’è stato un prima e un dopo questo film. È stato difficilissimo e mi ha sconvolto l’argomento perché anch’io ho una madre (…). Con Nanni si gira in modo meticoloso… lui ricerca la perfezione. Delle volte una scena la stai girando per la cinquantesima volta. Nanni ti insegna tantissimo, anche se lì per lì lo vorresti uccidere (ride n.d.r.)».

La Buy parla anche dei film che ha apprezzato da spettatrice. E la memoria va a 2001 Odissea nello spazio di Kubrick («un esempio di puro cinema»), ma anche al recente Capitan Fantastic: «Come tutte, sono innamorata di Viggo Mortensen… Ma, a parte tutto, è un film geniale (…). C’è dentro il tema della purezza che perdiamo inevitabilmente nel contatto con la civiltà».

Parlando di cinema al femminile, c’è spazio anche per un brano di Viaggio Sola di Maria Sole Tognazzi: «È un film che ho fatto contro la mia volontà, poiché si dovevano prendere svariati aerei. Quando me lo proposero, misi giù il telefono! (ride n.d.r.). Poi, abbiamo ridimensionato il numero dei viaggi (…). Questo film mostra che una donna sola, come me, non è per forza una donna triste».

Radio, social network e film in uscita

Margherita racconta ironicamente anche di un progetto radiofonico in cui è impegnata su Radio 2 (da un’idea di Giovanni Veronesi): «In questo programma spiego perché è importante avere l’ansia. C’è gente che non ha l’ansia. Ma sono dei poveracci! (risate di tutta la sala n.d.r.). Io cerco di spiegare che il senso della vita è l’ansia, che ti dà la forza di andare avanti. Grazie all’ansia ho evitato anche scelte sbagliate…».

Per quanto riguarda i progetti appena portati a termine, sono stati realizzati lavorando fianco a fianco con Sergio Castellitto. Si tratta del film Piccoli crimini coniugali e della serie Sky Atlantic In Treatment 3.

Un’ultima interessante annotazione. Alla De Tassis che chiede un consiglio per gli aspiranti attori, la Buy risponde: «Se vuoi fare l’attore devi studiare. Devi faticare! Oggi c’è un virus pericoloso che è quello di buttarsi a fare qualsiasi cosa pur di apparire. Con Facebook, non ha molto a che vedere il nostro mestiere. Chi vuole fare davvero l’attore, fa tutta un’altra strada».