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Gabriele Muccino alla Reggia di Caserta “Vi racconto la mia Hollywood”

La rassegna Maestri alla Reggia , giovedì 7 aprile, ha ospitato Gabriele Muccino che, intervistato da Andrea Morandi di Ciak, ci ha parlato di Hollywood, del suo cinema e della vita da regista di successo. La mia avventura a Hollywood Un Gabriele Muccino, visibilmente emozionato, ha raccontato il primo incontro con la star hollywoodiana Will Smith: “Ero vicino Roma e […]
Gabriele Muccino alla Reggia di Caserta  “Vi racconto la mia Hollywood”

La mia avventura a Hollywood

Un Gabriele Muccino, visibilmente emozionato, ha raccontato il primo incontro con la star hollywoodiana Will Smith: “Ero vicino Roma e qualcuno mi disse che Will Smith parlava bene di me. Corsi a comprare il Corriere della Sera. Era vero!(…) Così, lo incontrai a Parigi. Avevano già un regista per «La ricerca della felicità». Andai alla Columbia e mi dissero: «perché dovremmo affidarti un film con Will Smith?». Ed io risposi, senza sapere nemmeno che cosa volessi dire: «se mi prendete, vincete due volte!». E così il film passò a me e la mia vita fu stravolta nuovamente, dopo il successo de «L’ultimo bacio».” E a Hollywood il regista si è reso conto di come gli americani siano esperti nel marketing dei film, nella loro promozione e valorizzazione, settore nel quale l’Italia – a suo dire – è ancora molto arretrata.

L’ultimo bacio, fotografia di una generazione

Inevitabile un breve excursus su L’ultimo bacio, definito da Andrea Morandi “un film che, per la prima volta, ha fotografato una generazione, che non era mai stata ritratta”. Muccino, a tal proposito, ci scherza su, affermando: “in realtà, non eravamo consapevoli di ciò. Eravamo quattro cazzoni che cercavano di fare il miglior film possibile. E tutto è stato diverso dopo quel film”.

I film del cuore di Gabriele Muccino

Durante l’incontro, abbiamo visionato alcune clip: nella prima, tratta da La ricerca della felicità, Will Smith/Chris Gardner inventa un mondo fantastico, dove un bagno pubblico diventa una caverna primitiva. E lo fa per proteggere il figlioletto dalla verità, ossia dal fatto che sono tanto poveri da non potersi permettere un motel. Il tema del gioco (e della finzione, in genere) è fondamentale per Muccino. Lo ritroviamo, infatti, nella clip seguente, tratta dal capolavoro neorealista Umberto D. di De Sica, dove l’anziano pensionato Umberto/Carlo Battisti si salva dal suicidio grazie al rapporto giocoso instaurato con il suo cane. “Film come «Umberto D.» e «Ladri di Biciclette», film semplici, che puntano alle verità della vita, mi trasformarono, a 18 anni, da spettatore in sognatore. Da lì, decisi di voler fare il regista”.

Altri punti di riferimento cinematografici sono Kubrick e Fellini: “Si tratta di registi complessi” – dichiara – “eppure hanno raccontato l’essenza della vita in modo popolare, senza essere intellettuali chiusi in una nicchia”.

L’uomo dietro il regista di successo

Di questo autore, mi ha colpito lo stile comunicativo, rapido come una mitraglia, difficile da seguire, poiché spazia da un argomento all’altro in una sorta di flusso di coscienza. Tuttavia, dietro il profluvio di parole, oltre la patina del regista di successo, è emersa la figura di un uomo con le sue fragilità, alla ricerca di un senso personale da dare all’esistenza.
Non è questa, in fondo, La ricerca della felicità?

I prossimi appuntamenti

Il 20 aprile la Cappella Palatina della Reggia ospiterà un altro grande regista, Gianfranco Rosi, vincitore dell’Orso d’Oro al Festival di Berlino con Fuocammare. La redazione di Sopralerighe, come di consueto, sarà presente per potervene parlare.

 

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Sull'autore

Pietro Brancaccio

Laureato al DAMS (Discipline d’Arte, Musica e Spettacolo), scrive di arte e cultura perché – parafrasando Dostoevskij – è profondamente convinto che la bellezza salverà il mondo. È appassionato di viaggi, culture straniere e dei nuovi stili di vita che uniscono tecnologia avanzata e sapere arcaico della Natura.

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