
Distopie reali: quando la narrativa anticipa il futuro
C’erano una volta dei libri che leggevamo come fantasie oscure, visioni esagerate di futuri impossibili. Oggi, invece, quelle pagine sembrano cronaca. Spaventosa, lucida, quasi profetica.
Oggi vi porto ancora più dentro la villa, per scoprire insieme i suoi angoli più iconici e raccontarvi degli eventi che la rendono un luogo vivo, non solo da ammirare ma anche da vivere.
Non si può parlare di Villa Campolieto senza citare il suo maestoso scalone ellittico, progettato da Luigi Vanvitelli, lo stesso architetto della Reggia di Caserta.
Vanvitelli, subentrato a Mario Gioffredo nella realizzazione della villa, ha donato a Campolieto uno degli elementi più scenografici della sua architettura: uno scalone curvilineo che si apre come un ventaglio, pensato per sorprendere chi lo attraversa.
Salire questi gradini è un’esperienza che va oltre la semplice visita: ci si sente davvero immersi in un’atmosfera teatrale, tra curve armoniose, giochi di luce e simmetrie perfette. È il modo più spettacolare per iniziare il percorso.
Al piano nobile, ho attraversato le stanze nobiliari, spazi eleganti decorati con affreschi allegorici che evocano virtù, cultura e prosperità borbonica.
Proseguendo sono arrivata nel Salone delle Feste, la sala più rappresentativa della villa, affacciata direttamente sul mare con una scenografica apertura verso l’esterno. Qui si svolgevano danze, concerti e ricevimenti: un ambiente raccolto ma maestoso, pensato per stupire e accogliere gli ospiti illustri.
Gli affresch giocano con prospettive architettoniche finte e figure mitologiche come Apollo e Ercole, simboli di cultura e forza. Le lunette e i medaglioni richiamano le fatiche di Ercole e raccontano virtù eroiche e valori simbolici cari all’epoca borbonica.
Dopo aver attraversato il Salone delle Feste, sono uscita sulla splendida loggia panoramica, da cui si gode una delle viste più suggestive del Golfo di Napoli.
Da lì ho camminato lungo la grande esedra esterna, la balconata semicircolare che abbraccia la villa e permette di affacciarsi sul panorama, proprio come facevano i nobili del Settecento.
È uno dei momenti più emozionanti della visita: il paesaggio diventa parte integrante dell’architettura, in un dialogo continuo tra interno ed esterno.
Villa Campolieto è molto più di un monumento: è un vero palcoscenico di eventi culturali.
In questi giorni è in corso il Festival delle Ville Vesuviane 2025, la prestigiosa rassegna che anima con teatro, musica e danza le ville del Miglio d’Oro.
Se vi va di consultare il programma completo, vi lascio il link diretto alla sezione dedicata:
👉 Scopri il programma del Festival delle Ville Vesuviane 2025
I biglietti per Villa Campolieto partono da 7 euro per i visitatori singoli, con agevolazioni per gruppi e scuole.
👉 Prenota qui: https://villevesuviane.okticket.it/it/biglietti
La villa dispone anche di un sistema di audioguide, ma – come vi ho già raccontato – il tour guidato è il modo migliore per scoprire i dettagli nascosti e ascoltare i racconti legati a questi spazi straordinari.
Villa Campolieto si trova a pochi passi dagli Scavi di Ercolano. È facilmente raggiungibile in treno (Circumvesuviana, fermata Ercolano Scavi) o in auto, con possibilità di parcheggio nelle vicinanze.
Nel prossimo articolo vi porterò tra i giardini esterni della villa, affacciati sul mare, e vi parlerò della mostra in corso:
“Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano”, visitabile fino al 31 dicembre 2025.
E non è tutto: vi racconterò anche delle nuove esperienze e dei laboratori culturali e creativi che partiranno da settembre, per vivere Villa Campolieto non solo come visitatori ma come protagonisti.
C’erano una volta dei libri che leggevamo come fantasie oscure, visioni esagerate di futuri impossibili. Oggi, invece, quelle pagine sembrano cronaca. Spaventosa, lucida, quasi profetica.
Sapevi che a pochi passi dagli Scavi di Ercolano si nasconde una delle ville più belle del Miglio d’Oro? Villa Campolieto è un capolavoro che merita una visita. Scopri con me la sua bellezza e come raggiungerla in questa prima parte del mio racconto.
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