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Anna Vera Viva: i legami di sangue e il peso del passato
Con una scrittura incisiva e poetica, Viva ha conquistato il suo pubblico grazie ai romanzi “Questioni di sangue”, “L’artiglio del tempo” e l’ultimo, intenso lavoro, “Malammore”.
La letteratura umoristica napoletana affonda le sue radici nella cultura partenopea, unendo l’arte del racconto alla capacità di trasformare anche le situazioni più complesse in momenti di leggerezza e riflessione.
Napoli, città ricca di contrasti e sfumature, ha sempre espresso una comicità unica, capace di mescolare ironia, malinconia e critica sociale.
In questo panorama, scrittori contemporanei come Pino Imperatore, Lello Marangio, Luciano De Crescenzo e Marianna Scagliola hanno saputo raccogliere l’eredità della tradizione e innovarla con nuovi linguaggi e prospettive.
L’umorismo napoletano ha attraversato i secoli, dalle commedie di Eduardo Scarpetta fino ai racconti esilaranti e profondi di Totò e Peppino De Filippo.
Questa vena comica si è poi evoluta nella letteratura contemporanea, dove il linguaggio si è adattato ai tempi moderni, mantenendo intatto il gusto per la battuta fulminante e il racconto di situazioni paradossali.
Uno degli autori più rappresentativi della letteratura umoristica napoletana è Pino Imperatore, che con libri come Benvenuti in casa Esposito ha saputo raccontare la realtà napoletana con uno sguardo ironico e dissacrante.
Le sue storie, ambientate nei vicoli della città, restituiscono un’immagine vivace e autentica di Napoli, giocando con i cliché senza mai cadere nella banalità.
Lello Marangio, autore e sceneggiatore, ha invece saputo trasferire la sua esperienza nel mondo dello spettacolo alla narrativa, scrivendo libri che fanno ridere e riflettere.
Il suo stile è caratterizzato da una comicità immediata, tipica del cabaret napoletano, che trova nuova vita nelle pagine dei suoi racconti.
Anche Luciano De Crescenzo, pur essendo noto soprattutto per la sua opera divulgativa sulla filosofia, ha contribuito alla letteratura umoristica con libri come Così parlò Bellavista, in cui il suo sguardo acuto e ironico racconta Napoli con un’intelligenza sottile e coinvolgente.
Una delle nuove voci della letteratura umoristica napoletana è Marianna Scagliola, che con il suo stile brillante e fresco ha saputo conquistare i lettori raccontando Napoli attraverso storie divertenti, ma mai superficiali.
Nei suoi scritti emerge una comicità autentica, fatta di personaggi vivaci e situazioni esilaranti che rispecchiano la realtà della città, con il tipico umorismo sagace che caratterizza i napoletani.
Un evento fondamentale per la valorizzazione della letteratura umoristica napoletana è il Premio Massimo Troisi, dedicato all’indimenticabile attore e regista napoletano.
Nato per celebrare la comicità in tutte le sue forme, il premio è diventato un punto di riferimento per scrittori, attori e sceneggiatori che fanno dell’umorismo la loro arte.
Tra le sue categorie, il premio per la scrittura comica è una delle più importanti, riconoscendo il valore di autori capaci di far ridere e pensare.
Grazie a iniziative come questa, l’umorismo napoletano continua a evolversi e a rimanere un elemento centrale della cultura cittadina.
La capacità di raccontare la realtà con leggerezza, senza mai perdere di vista la profondità dei temi trattati, è ciò che rende unica questa tradizione letteraria, capace di conquistare lettori di ogni generazione.
Con una scrittura incisiva e poetica, Viva ha conquistato il suo pubblico grazie ai romanzi “Questioni di sangue”, “L’artiglio del tempo” e l’ultimo, intenso lavoro, “Malammore”.
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