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L’ultimo album di Sting: que viva il rock ‘n’ roll!

by | 7 Dec 2016 | Musica, Spettacolo | 0 comments

Facebook X 57th & 9th è un album dall’anima rock con echi arabeggianti, melodie chitarra e voce, e alcuni brani davvero imperdibili… L’ultimo album di Sting è uscito nei negozi lo scorso 11 novembre ed è stato presentato, il giorno seguente, al Bataclan. Ad un anno esatto dalle stragi terroristiche di Parigi, Sting ha voluto […]

57th & 9th è un album dall’anima rock con echi arabeggianti, melodie chitarra e voce, e alcuni brani davvero imperdibili…

L’ultimo album di Sting è uscito nei negozi lo scorso 11 novembre ed è stato presentato, il giorno seguente, al Bataclan. Ad un anno esatto dalle stragi terroristiche di Parigi, Sting ha voluto testimoniare il proprio impegno con un concerto di beneficenza sospeso tra il ricordo vivo dell’orrore e la voglia di ricominciare a vivere (e a fare musica). Ecco come ha aperto lo spettacolo, andato sold out in poche ore:

 

57th & 9th: cosa significa? È semplicemente un riferimento alla strada che l’artista era solito attraversare per recarsi agli studi di registrazione di Manhattan. Un titolo diretto che è anche una dichiarazione di intenti: l’album, infatti, è stato scritto e registrato di getto, nel giro di poche settimane, per valorizzarne l’immediatezza espressiva.

Un ritorno di Sting in chiave rock?

Il brano di apertura I can’t stop thinking about you, dallo squillante ritmo rock Police style, ha fatto parlare di un ritorno in chiave rock del musicista britannico. Vero? Si, ma fino ad un certo punto.

In quest’ultimo album, Sting sembra piuttosto raggiungere una sorta di equilibrio tra i diversi territori che ha esplorato nel corso della sua carriera: il rock certo, ma ci sono anche il pop, le consuete melodie chitarra e voce, tracce di jazz e incursioni nelle sonorità arabe.

E, soprattutto, c’è un’evidente cura nella scrittura dei testi: poetici, evocativi, in bilico tra intimismo e impegno sociale. Scopriamo assieme i brani indimenticabili, quelli in cui – a mio parere – Sting raggiunge i risultati migliori (tenendo presente che è un album che merita sicuramente un ascolto integrale).

L’ultimo album di Sting: i brani imperdibili

Andando in ordine di scaletta, dopo il trascinante brano d’apertura già citato, c’è sicuramente Down, Down, Down (track 3) che si apre con un potente giro in chiave rock, seguito dalle sonorità più cupe della strofa (Strano, quando mi lasci, la pioggia viene giù, giù, giù). Il tema è quello dell’abbandono, ripreso esplicitamente nello splendido ritornello in cui la metafora del testo (Eccolo il suono che stavo aspettando/Il suono che mi dice che tu stai andando via) diventa un’immagine viva che contrasta con la melodia aperta e liberatoria.

One fine day (track 4) si caratterizza per un suono brillante, energico, speranzoso: si parla dei cambiamenti climatici che ci lasciano poco tempo per invertire la rotta. E l’appello va dritto ai leader politici (Cari leaders, per favore sbrigatevi a fare qualcosa/il tempo è finito, il pianeta è malato). Del resto, è noto l’impegno ambientalista del musicista inglese che, assieme alla moglie, ha fondato l’organizzazione Rainforest Fund per l’Amazzonia nel 1989.

In If you can’t love me (track 8) domina un malinconico arpeggio di chitarra e il tema è quello delle bugie che fanno male, soprattutto se pronunciate da chi ami (Ma tu mi stai mentendo in faccia/ Ho sentito “finché non mi sarebbe girata la testa”/Non voglio la metà di nulla). Questo è forse il miglior brano dell’album: struggente, tutto in crescendo, fino ad un raffinato cambio ritmico in chiave jazz (ricordate quello celebre di Englishman in New York?)

Per finire, non perdetevi la splendida Inshallah (track 8) che in arabo significa “Se Allah vuole”, una speranza che i musulmani rivolgono al futuro, affinché le cose possano cambiare. Le sonorità sono rarefatte, con le percussioni tipiche della musica araba, un genere già esplorato in passato con successo (la celebre Desert rose). In questo brano, il riferimento ai migranti che ogni giorno muoiono nel Mediterraneo, testimonia l’impianto di un album che evita il puro intrattenimento e si fa portatore di uno sguardo poetico e di una rinnovata coscienza sociale.

 

 

 

 

<a href="https://sopralerighe.it/author/p-brancaccio/" target="_self">Pietro Brancaccio</a>

Pietro Brancaccio

Laureato al DAMS (Discipline d’Arte, Musica e Spettacolo), scrive di arte e cultura perché – parafrasando Dostoevskij – è profondamente convinto che la bellezza salverà il mondo. È appassionato di viaggi, culture straniere e dei nuovi stili di vita che uniscono tecnologia avanzata e sapere arcaico della Natura.
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