Facebook X Nei mesi scorsi in sede di elaborazione dei modelli 730 e/o Unico PF, diversi contribuenti con reddito da natura dipendente, sono stati costretti a restituire euro 960,00 (80,00×12 mesi=960,00) gli 80,00 euro mensili (il cosiddetto Bonus Renzi) percepiti per tutta l’annualità 2015. Prima di affrontare i probabili motivi del recupero è opportuno spiegare […]
Nei mesi scorsi in sede di elaborazione dei modelli 730 e/o Unico PF, diversi contribuenti con reddito da natura dipendente, sono stati costretti a restituire euro 960,00 (80,00×12 mesi=960,00) gli 80,00 euro mensili (il cosiddetto Bonus Renzi) percepiti per tutta l’annualità 2015.
Prima di affrontare i probabili motivi del recupero è opportuno spiegare il dettato normativo che disciplina il funzionamento.
La legge stabilisce in sintesi che i datori di lavoro possono erogare in busta paga il credito, in modo pressoché automatico senza attendere alcuna richiesta esplicita da parte dei beneficiari e senza nessuna verifica preventiva di tutti i requisiti prevista dalla normativa e cioè:
- Percezione del reddito annuo lordo non superiore ad euro 26.000,00;
- Presenza di imposta lorda superiore alla detrazione d’imposta di lavoro dipendente;
Appare curiosa la circostanza che i datori di lavoro devono semplicemente eseguire il controllo solo ed esclusivamente sui redditi che erogheranno nel corso dell’anno, il legislatore ha articolato male il funzionamento.
Sovente, infatti, accade che il dipendente possiede altri redditi, che il datore di lavoro non conosce ne è tenuto a saperlo, ma che di fatto determinano la restituzione del credito per carenza di requisiti. Il dipendente potrebbe avere ad esempio altri redditi come quello ad esempio derivante da una locazione, cedolare secca compresa, una prestazione occasionale ecc, oppure potrebbe aver diritto ad altre altre detrazioni d’imposta e/o deduzioni dall’imponibile, che il datore di lavoro certamente non conosce, ma che certamente determinano o potrebbe generare la restituzione del credito Renzi.
La dichiarazione dei redditi, è opportuno precisarlo, non è altro che un conguaglio: è la sommatoria di tutti i redditi percepiti, di tutte le detrazioni e\o deduzioni già subite o spettanti, con quanto già pagato a titolo di acconto d’imposta, la differenza genera il debito d’imposta a saldo e\o il credito. E’ naturale quindi che in sede di dichiarazioni dei redditi il contribuente si vede spossessato del credito ricevuto per carenza dei due requisiti stabiliti dalla legge, con l’assurda conseguenza di dovere restituire l’intero bonus percepito corrispondente ad euro 960,00 al massimo in 5 rate mensili.
Una soluzione?
Informare il proprio datore di lavoro di non voler percepire il credito Renzi; predisporre la dichiarazione dei redditi e se i requisiti sono rispettati il credito sarà riconosciuto.
Il mio motto: Mai prua al vento.
Appassionato di Diritto Tributario ed economia
Dottore commercialista e Revisore dei Conti Enti Pubblici e Privati, CTU e Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Nola Laureato in Economia e Commercio presso la facoltà Federico II di Napoli tesi di laurea in Diritto Tributario. Svolge la libera professione dal 1995, titolare di Studio Tributario in Castello di Cisterna (Na)