Stasera in TV il 05/04/2022
Vita di Pi Il giovane Pi Patel è cresciuto con la famiglia a contatto con lo zoo paterno, mescolando fin dall'infanzia sogno e realtà. Quando il padre sceglie di trasferirsi in Canada per...
Maestri alla Reggia, il 20 Aprile, ha ospitato Gianfranco Rosi. Il regista, Orso d’oro per Fuocoammare, ha tenuto una lezione di cinema (e di vita).
Maestri alla Reggia, rassegna realizzata dalla Sun (Seconda Università di Napoli) in collaborazione con la rivista Ciak e la Cineventi di Remigio Truocchio, è giunta al suo terzo appuntamento. L’intervistatrice è Alessandra De Luca, redattrice di Ciak. Ospite d’onore Gianfranco Rosi, regista per passione, anzi, per vocazione. Rosi, infatti, appartiene a quel tipo di cinema, sicuramente minoritario, che fonde il linguaggio filmico con il pulsare della vita.
Per il Maestro poco conta distinguere tra fiction e documentario. Quello che gli interessa è il modo di intendere il mezzo filmico, il suo modo, che gli è valso numerosi riconoscimenti internazionali. L’ultimo è l’Orso d’oro al Festival di Berlino per il docu-fiction Fuocoammare.
“I miei film si costruiscono nel tempo” dichiara il regista, generoso nel rispondere con attenzione alle numerose domande dei presenti. “Non parto mai da una sceneggiatura, da un punto di vista precostituito. La prima cosa è creare un rapporto con i luoghi e con i personaggi”.
Un rapporto che, nel caso di Fuocoammare, ha richiesto più di un anno di permanenza nell’isola di Lampedusa. “Per tre mesi sono stato senza cinepresa” racconta.” I lampedusani odiano le telecamere che arrivano solo quando ci sono i morti. La cinepresa viene fuori solo dopo, quando c’è fiducia reciproca”.
Questo modo di lavorare partecipe, immersivo, caratterizza l’intera filmografia di Rosi. Pensiamo a Sacro GRA (Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia 2013) che ha richiesto due anni di riprese nei pressi del Grande Raccordo Anulare di Roma. Anni in cui il regista dichiara di aver vissuto in roulotte, in modo da immergersi completamente nell’atmosfera della periferia romana.
Stesso discorso per i film precedenti: dalle rive del sacro Gange indiano di Boatman (1993) al deserto americano dei drop out in Below Sea Level (2008) fino a El Sicario – Room 164 (2010). Per realizzare quest’ultimo lavoro, Rosi racconta di aver vissuto e girato nella stanza di un motel dove il sicario, protagonista del film, aveva torturato ed ucciso diverse persone.
Ma come è riuscito in tale impresa estrema?
È Alessandra De Luca, intervistatrice di questo appuntamento di Maestri alla Reggia, a porre il quesito, ricordando la disavventura dell’attore e regista hollywoodiano Sean Penn, che ha avuto seri problemi con la giustizia americana per la sua intervista all’allora latitante El Chapo (re del narcotraffico messicano). “Ma lui è stato un pivellino”- risponde, sorridendo, Rosi– “io per El Sicario mi sono affidato a delle persone che conoscevano profondamente quella realtà”. Se l’argomento ha destato la vostra curiosità, El sicario-Room 164 è visibile in streaming gratuitamente nell’archivio digitale Rai.
La serata è stata anche un’occasione per confrontarsi sulla tragedia umana dell’’immigrazione. Un extracomunitario presente all’incontro, uno che ha vissuto in prima persona la tragedia degli sbarchi, denuncia l’ipocrisia dell’Europa che premia il film di Rosi mentre chiude le frontiere ai migranti.
Su questo punto il Maestro ha espresso una posizione chiara: “Il mio film è solo una goccia nell’oceano; tuttavia, sarà distribuito in 64 paesi. La cosa folle è che nazioni come Ungheria, Polonia, Austria chiudono le frontiere. Ma chi ragiona così dovrebbe restare fuori dall’Europa. Anche l’accordo con la Turchia è indegno. Non si può rimandare a casa persone disperate. Quello che mi fa paura non sono i muri fisici, ma i muri mentali. Quelli non crollano facilmente”.
Nell’ascoltare queste parole viene in mente la sequenza di Fuocoammare in cui il Dottor Pietro Bartolo commenta, profondamente turbato, alcune foto di migranti deceduti per asfissia da gas tossici emessi dalle imbarcazioni. È forse questo il momento più esplicito e umano del film: “Come si fa ad abituarsi a vedere donne incinte, uomini, bambini, morti nella stiva di una nave?” si chiede il dottore. “ Non posso rimanere indifferente. Ne vedo centinaia di morti, ma non ci si abitua mai a vedere cose del genere!”.
Vita di Pi Il giovane Pi Patel è cresciuto con la famiglia a contatto con lo zoo paterno, mescolando fin dall'infanzia sogno e realtà. Quando il padre sceglie di trasferirsi in Canada per...
Cocaine Un ragazzo diventa informatore per la polizia locale ma poi il suo destino vira altrove e si trasforma in uno straordinario spacciatore. Asterix e il segreto della pozione magica Il...
C'era una volta il principe Azzurro Dopo aver conquistato ben tre fidanzate di altissimo livello e respinto migliaia di innamorate, il principe decide di spezzare la maledizione conquistando il...
The front Runner Il senatore Gary Hart è in corsa per la presidenza ma la sua relazione con una modella interrompe la sua carriera politica. The lego movie 2 Brichsburg, la città di Emmet,...
L'uomo dal cuore di ferro Segue la storia dell'inarrestabile ascesa di Reinhard Heydrich e del suo assasinio. Freddo e implacabile , Heydrich fù uno dei più potenti gerarchi del regime nazista e...
Maria Regina di Scozia Gli intrighi della vita di Maria Stuarda, la Regina che si sposò due volte e che venne accusata di aver tentato di uccidere la cugina. Mia Et Le Lion Blanc ...
City of lies - L'ora della verità La storia vera del detective Poole che venne chiamato a indagare sulla morte dei rapper Notorious B.I.G. e Tupac Shakur. Non ci resta che il crimine Un...
Il ritorno di Mary Poppins Mary Poppins torna per aiutare la nuova generazione della famiglia Banks a ritrovare la gioia di vivere e il senso della meraviglia. Old man & the gun La vita...
Un piccolo favore Quando scompare la sua migliore amica Emily, per la blogger Stephanie comincia un periodo pieno di intrighi. Lontano da qui Una maestra d'asilo decide di proteggere il...