
Distopie reali: quando la narrativa anticipa il futuro
C’erano una volta dei libri che leggevamo come fantasie oscure, visioni esagerate di futuri impossibili. Oggi, invece, quelle pagine sembrano cronaca. Spaventosa, lucida, quasi profetica.
Inaugura una nuova rubrica dedicata ai musei italiani. Approfittando della #domenicalmuseo, l’iniziativa che permette l’ingresso gratis ai musei statali la prima domenica di ogni mese, vi accompagniamo ogni mese in un museo statale diverso. Questo mese andiamo al Museo Archeologico Nazionale di Firenze.
Il Museo Archeologico Nazionale ha sede, nel cuore di Firenze, nel Palazzo della Crocetta. È un palazzo mediceo, che dal 1620 ospitò Maria Maddalena de’ Medici, figlia di Cosimo II, la quale, poiché era “malcomposta” di membra, fu reclusa in questo palazzo, e nel suo bel giardino, in una prigione dorata. Fu fatta badessa delle suore del vicino convento della Crocetta e per consentirle di assistere alla messa, fu costruito un corridoio soprelevato che collegava il palazzo con la vicina chiesa della SS.Annunziata. Il corridoio è ancora lì, ormai inglobato nella nuova ala del museo che raccorda il palazzo della Crocetta con l’ingresso su piazza SS.Annunziata.
Il museo si apre con uno spazio dedicato alle mostre temporanee; segue al piano terra una mostra permanente dedicata ai principi etruschi che vivevano nella Maremma nel VII-VI secolo a.C.: sono i Signori di Maremma di Populonia, Vetulonia, Magliano in Toscana, Marsiliana di Albegna, che sono raccontati attraverso i ricchi corredi delle loro tombe: oggetti relativi al banchetto e armi per gli uomini, gioielli per donne.
Al primo piano ha sede la collezione permanente etrusca. Qui i capolavori principali sono la Chimera di Arezzo, statua etrusca in bronzo che raffigura il mostro mitologico a forma di leone con la testa di leone, una testa di capra sul dorso e la coda terminante a testa di serpente, che secondo il mito fu ucciso da Bellerofonte in groppa al cavallo alato Pegaso; vi è poi l’Arringatore, la statua onoraria di un personaggio ormai romano nel modo di vestire e di atteggiarsi, ma ancora etrusco, come ci dice il nome riportato sulla sua iscrizione: Aule Meteli.
Segue un’ampia rassegna di statuette votive in bronzo di produzione etrusca: sono ex-voto che venivano donati nei santuari per chiedere grazia agli dei, e sono tantissimi. Tante anche le urne cinerarie etrusche esposte: raffigurano gli etruschi, uomini e donne, come banchettanti vestiti riccamente, mentre sulle loro casse sono raffigurati miti, scene di viaggio (nell’aldilà) o simboli relativi alla morte.
Considerato il secondo per importanza in Italia per la ricchezza della sua collezione, è allestito al primo piano del museo. Molto particolare l’allestimento, che fu concepito ricostruendo sale egittizzanti, con tanto di colonne col capitello a fiore di loto e scritte in geroglifico. La sala delle mummie ha mantenuto anche le vetrine originali e l’ambientazione è molto suggestiva. La collezione è importante perché è dedicata molta attenzione agli oggetti in materiale deperibile, legno e vimini. Non a caso il manufatto forse più importante è un carro in legno, rinvenuto smontato in una tomba di Tebe e montato nella sala III del museo. Altri reperti importanti provengono dalla tomba di Seti I: in particolare il rilievo della dea Maat è considerato un piccolo capolavoro di arte egizia.
Se le mummie colpiscono l’immaginazione di grandi e piccini, senza dubbio la collezione di tessuti copti (III-IV secolo d.C.) è eccezionale: un mantello in seta, calze di bambino e frammenti di tessuti decorati sono quanto ci resta degli abiti degli antichi abitanti dell’Egitto.
Al secondo piano prosegue l’esposizione etrusca (il sarcofago di Larthia Seianti, signora di Chiusi, e il sarcofago delle Amazzoni, sarcofago dipinto eccezionalmente conservato) e si trova la collezione greca. Qui il capolavoro assoluto, oggetto principale della collezione, è il vaso François. Dipinto ad Atene appositamente per il mercato etrusco, questo vaso fu rinvenuto da Alessandro François a metà dell’Ottocento in una tomba di Chiusi ed è decorato con una serie di miti greci, per la maggior parte legati alla Guerra di Troia, che fanno di esso un’antologia di mitologia greca, un punto di riferimento dell’arte greca, uno dei maggiori capolavori mondiali.
Il Museo Archeologico Nazionale di Firenze è uno dei pochi musei italiani ad avere un suo blog specifico, oltre ad una pagina facebook, un account twitter e un profilo instagram.
C’erano una volta dei libri che leggevamo come fantasie oscure, visioni esagerate di futuri impossibili. Oggi, invece, quelle pagine sembrano cronaca. Spaventosa, lucida, quasi profetica.
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